L’editoria anni settanta è un’editoria di spiccata impronta femminista: si avviano progetti di impresa e si inizia a pensare alla realizzazione di case editrici femminili; aprono librerie e centri di documentazione di donne. Si assiste a una riorganizzazione dei saperi ma anche all’espansione di un mercato, quello editoriale, che schiaccia le piccole case editrici a beneficio delle grandi. È il caso, per esempio, della casa editrice EDIZIONI DELLE DONNE fondata da Anne Marie Bonetti, Maria Caronia, Manuela Fraire e Elisabetta Rasy, con l’intenzione di implementare un’editoria intesa come pratica femminista e non solo come editoria fatta per parlare delle donne. Pubblica soprattutto inchieste mirate al sociale come quelle fatte sulle occupazioni delle case, di Gigliola Re e Graziella Derossi; della situazione dei manicomi descritta da Lieta Harrison; dei conventi femminili e della situazione delle suore. Nel suo catalogo trovano spazio anche testi dirompenti come Luogo eventuale di Ingeborg Bachmann corredato da disegni di Günther Grass, oppure S.C.U.M. Manifesto per l’eliminazione dei maschi di Valerie Solanas, o ancora Il corpo lesbico di Monique Witting. Per dirla con le parole di Elisabetta Rasy: «[…] Le Edizioni delle donne non erano una semplice appendice editoriale del movimento femminista. Ci inoltravamo nei territori di arte, politica, psicanalisi, senza alcun dogmatismo, in piena libertà.» La casa editrice non resiste alle pressioni del mercato e viene ceduta a Editori Riuniti nel 1986 che però del catalogo di questa casa non ristampò mai niente.
Stessa sorte tocca alle EDIZIONI DALLA PARTE DELLE BAMBINE, casa editrice femminista che pubblica fiabe e albi illustrati per bambine e bambini fondata da Adela Turin, scrittrice, Nella Bosnia, illustratrice, Francesca Canterelli, grafica. I libri sono molto curati sia dal punto di vista editoriale che grafico e tradotti in diversi paesi europei, dove la loro pubblicazione continuerà anche quando la casa editrice chiuderà i battenti nel 1982. Gli argomenti trattati spaziano dalla divisione sessuale dei ruoli in famiglia e nel lavoro alla rivisitazione di miti e fiabe tradizionali, passando per il divorzio, l’amicizia tra donne.
L’editoria femminista cerca di colmare un vuoto nella neutralità del mercato librario, cercando di cogliere le richieste inevase delle donne e traendo la propria forza dal movimento femminista. Le prime case editrici femministe sono caratterizzate da un evidente orientamento ideologico legato soprattutto alla militanza politica. L’esempio più caratterizzante di editoria femminile è rappresentato dalla casa editrice RIVOLTA FEMMINILE nata nel 1970 come progetto del gruppo che portava lo stesso nome, con l’ambizione di voler affermare la propria identità politica e culturale, la riappropriazione di una capacità espressiva “altra” e che passa attraverso una proposta radicale di autonomia produttiva, che esclude la mediazione di editori estranei al progetto e soprattutto estranei al gruppo stesso. La casa editrice nasce soprattutto per volontà di Carla Lonzi, Carla Accardi ed Elvira Banotti, con la pubblicazione del Manifesto di Rivolta Femminile: Sputiamo su Hegel, seguito l’anno successivo da La donna clitoridea e la donna vaginale, entrambi frutto delle riunioni di autocoscienza portate avanti dal gruppo milanese che ruotava intorno a Carla Lonzi e che, insieme ai «Libretti verdi di Rivolta», hanno contribuito alla nascita in diverse parti d’Italia di altri gruppi, in cui ognuna raccontava il proprio vissuto, i problemi quotidiani e soprattutto le relazioni con gli uomini e la sessualità. Si rivendica l’orgoglio della differenza contro l’illusione dell’uguaglianza, l’autonomia di una sessualità svincolata dalle richieste maschili e dal fine procreativo, la necessità dell’autocoscienza e del separatismo come pratiche per il cambiamento di sé e della società contro l’ideologia maschilista e i compromessi.
La dimostrazione che fare l’editore non è un mestiere appannaggio solo degli uomini, arriva da Laura Lepetit che nel 1975 da vita alla casa editrice LA TARTARUGA, perchè, per dirla con le sue stesse parole, “ […] per fabbricare un libro ci vogliono cure e pensieri come per un figlio, bisogna inventarlo, prepararlo, seguirlo fino a che esce di casa e poi trepidanti seguire i suoi successi o insuccessi: un lavoro perfetto per una donna.” La peculiarità di questa casa editrice, oltre alla passione politica e culturale della fondatrice, è quella di pubblicare unicamente libri scritti da donne e di nascere sull’onda del movimento femminista, dichiarando esplicitamente motivazioni e scelte editoriali, dimostrando che la letteratura, la saggistica e il pensiero delle donne sono culturalmente rilevanti, non si può prescindere dall’apporto che hanno dato alla cultura e per questa ragione rappresentano una scelta vincente a livello editoriale. Il testo d’esordio è Le tre ghinee di Virginia Woolf tradotto per la prima volta in Italia; esce poi L’autobiografia di tutti di Gertrude Stein nella traduzione di Fernanda Pivano, poi Sessi e genealogie di genere di Luce Irigary e libri della comunità filosofica di Diotima. Tutto questo secondo la logica del recupero del patrimonio letterario femminile e la scoperta di nuove scrittrici soprattutto italiane. Nel 1997 la casa editrice viene venduta alla Baldini & Castoldi e dal 1998 al 2017 si interrompe l’attività, che riprende quando entra a far parte de La nave di Teseo. Alla morte di Laura Lepetit, avvenuta nel 2021, Elisabetta Sgarbi, direttrice della Nave di Teseo, annuncia l’intenzione di rilanciare La Tartaruga e di nominare Claudia Durastanti curatrice editoriale.
A Napoli nasce la casa editrice FILEMA diretta da Simona Marino, filosofa e femminista che decide di dedicarsi alla scrittura delle donne, con collane editoriali che spaziano dalla narrativa alla saggistica agli Studi di genere. La casa editrice nasce dall’esperienza di studenti e docenti che intorno a un libro si pongono domande, cercano ragioni, tempi e luoghi inattesi. Filema è nata così, dal piacere del testo, dalla ricerca di un sapere fuori dal sapere codificato, dalla voglia di riscoprire generi e differenze. Diventa così un progetto politico, come riportato nella sua descrizione: “[…] Filema è un progetto politico, che muove dall’esercizio di sé e dall’incontro con l’altro. L’attenzione alla differenza di genere ha avuto la parte principale.”
Tra le case editrici che cercano di superare i limiti dell’editoria femminile, troviamo le EDIZIONI E/O che iniziano la loro avventura alla fine degli anni ’70 per volontà di Sandra Ozzola, laureata in letteratura russa, e Sandro Ferri, militante di Lotta Continua, accomunati da una forte passione per la politica e per i buoni libri. Agli esordi la casa editrice si indirizza sulla letteratura dei paesi socialisti dell’Est europeo che non potevano essere letti né in patria né in Occidente. L’idea di fondo era quella di creare collegamenti nelle frontiere letterarie incoraggiando in tal modo il dialogo tra le culture. Il libro di esordio è un saggio sulle sorti dell’URSS dal titolo Esplosione di un impero di Hélène Carrère d’Encausse, cui seguono autori come Christa Wolf e Svetlana Aleksievič. Qualche anno più tardi la casa editrice volge il suo sguardo anche agli autori provenienti da Ovest, alla narrativa americana pubblicando per la prima volta in Italia Alice Munro e Gioconda Belli, ma anche a quelli del Sud del mondo come i Caraibi e l’Africa o ancora il Medio Oriente e il Giappone. Con la pubblicazione dei libri di Jean-Claude Izzo e di Massimo Carlotto si inaugura un genere, “noir mediterraneo”, che confluirà nella collana Sabot/age curata dallo stesso Carlotto e diretta da Colomba Rossi. Contemporaneamente la casa editrice continua a coltivare il filone delle scrittrici pubblicando autrici come Lia Levi, Alice Sebold, Muriel Barbéry e la discussa Elena Ferrante. Tra i tanti problemi che le case editrici si trovano ad affrontare c’è sempre quello della distribuzione ma anche in questo E/O è stata lungimirante facendo una cosa che nessuna aveva mai fatto prime e cioè aprire una casa editrice a New York, Europa Edition, per tradurre e pubblicare autonomamente i libri in inglese nella logica che anche i piccoli editori devono muoversi in un mercato che ormai è diventato globale. Quello delle Edizioni E/O è un progetto orgogliosamente indipendente e unico nel panorama editoriale. Termino questa breve storia con le parole dei fondatori: “[…] Negli anni abbiamo pubblicato tanti libri diversi tra loro per provenienza, genere e stile, ma sempre con un filo rosso: quell’emozione unica che proviamo quando scorrendo le pagine di un libro scopriamo un modo inedito e bello di raccontare le storie del mondo, nuovi sguardi sulle nostre vite e quelle degli altri. È questa emozione che vogliamo trasmettere ai nostri lettori, scegliendo libri che possano regalare momenti indimenticabili. Una rosa di storie che vi porteranno lontano e vi faranno innamorare.”
Altro percorso è quello della CASA EDITRICE LUCIANA TUFANI, che prende il nome dalla sua fondatrice. Femminista da sempre, Luciana Tufani inizia a partecipare al Movimento delle donne negli anni ’70, prima nell’UDI e successivamente fondando il Centro Documentazione Donna a Ferrara, sua città d’adozione, dove dà vita alla prima rivista italiana che si occupa di recensioni di libri di donne o che riguardano le donne: Leggere Donna. Con lo stesso intento fonda la casa editrice, che ha anche l’obiettivo di creare una cultura fruibile da tutti con la speranza di contribuire in tal modo a modificare, rimodernare e aprire la mente delle persone. Inizia così a pubblicare autrici fino ad allora ignorate come Michèle Roberts e Corinna Bille, Kate Chopin, Cristiana Campo. Organizza l’edizione di “Le donne ridono”, biennale internazionale di disegnatrici satiriche con l’intento di ricercare uno specifico femminile anche nell’umorismo, e insieme al CDD fonda la Rete Lilith che riunisce biblioteche, archivi e librerie delle donne. Continua a diffondere la cultura femminista attraverso convegni e, in questi ultimi anni ha iniziato a tenere incontri sull’uso corretto del femminile e sulle scrittrici di romanzi gialli.
Dalle diverse esperienze in campo editoriale vissute da 4 ragazze, nasce CARAVAN, con l’intento di realizzare i propri ideali editoriali e letterari senza dover rendere conto a nessuno e proponendo un nuovo modo di fare editoria fondato sui principi della condivisione, la solidarietà e la democrazia che diventano le basi del loro progetto. Le quattro donne appassionate sono Serena Magi, direttrice editoriale, Marta Franchi, editor, Roberta Vecchio ufficio stampa, e Valentina Fasoli, marketing. Ad avvicinarle ai temi del riconoscimento dei diritti delle donne, sono state le difficoltà concrete che ognuna ha incontrato durante la propria attività lavorativa. Hanno sperimentato la fatica di coniugare lavoro e maternità, l’esigere, in quanto donne, il rispetto delle loro proposte, la credibilità in ambito finanziario della quale invece godono gli uomini. Caravan propone un tipo di editoria che si discosta da quella tradizionale perché è leggera ma nello stesso tempo impegnata. Prova ne è la collana “Bagagli a mano”, che interpreta il libro come un bagaglio di saperi a portata di mano e che propone libri in formato tascabile di autori affermati o esordienti provenienti dall’America del Sud, dall’Africa e dall’Est Europa; oppure “Segnavia” per mantenere acceso il dibattito sui diritti umani.
Uno dei primi esperimenti editoriali autogestiti, è rappresentato da AMANDA EDITRICE, casa editrice nata per volontà della giornalista e scrittrice femminista Alearda Trentini. Nasce come esperimento editoriale autogestito nel tentativo di contrastare un tipo di editoria intrisa di sessismo. Nella sua presentazione si ribadisce la volontà di «[…] dare voce alla nostra continuità politica di donne, alla vitalità e alla forza che da sempre ci appartengono.» La sua attività editoriale si sviluppa parallelamente alla ricerca di riferimenti culturali che possano sostenere le iniziative politiche. In questa direzione va la pubblicazione del primo libro di poesie della poetessa dialettale Giuliana Rocchi cui segue la prima edizione tradotta in italiano del libro Oroonoko di Aphra Behn la cui traduzione è curata da Marina Tornaghi e Irene Agnello. Seguono altre pubblicazioni interessanti, tra le quali si distingue il volume di poesie Fuga dal tempo di Adele Faccio, fino alla chiusura dell’attività editoriale avvenuta nel 1984.