"La scrittura esige virtù scoraggianti, sforzi, pazienza: è un'attività solitaria in cui il pubblico esiste solo come speranza" - Simone De Beauvoir
MARÍA DEL CARMEN MONDRAGÓN VALSECA (NAHUI OLIN)

MARÍA DEL CARMEN MONDRAGÓN VALSECA (NAHUI OLIN)

María del Carmen Mondragón Valseca (Nahui Olin)

(Tacubaya, Messico 8 luglio 1893 – 23 gennaio 1978)

Pittrice curvilinea, poetessa malinconica, compositrice eloquente, musa ispiratrice di maestri del calibro di Edward Weston, Diego Rivera, Antonio Garduño, e soprattutto donna libera che ha rotto le convenzioni del suo tempo e che, attraverso i nudi artistici che ha realizzato, ha cercato di dimostrare la libertà delle donne di godere del proprio corpo e della propria sessualità.

Suo padre era il generale Manuel Mondragón, uno degli uomini che all’alba del 9 febbraio 1913 organizzò e sostenne il colpo di stato che permise l’instaurarsi del governo dittatoriale di Victoriano Huerta. Sua madre Mercedes Valseca fu una madre rigida e particolarmente religiosa che però insegnò a Carmen a suonare il pianoforte e scrivere fin da quando era piccolissima.

A causa di lavori commissionati dal governo messicano al generale Mondragón che progettava armi tra cui un cannone, la famiglia dovette trasferirsi a Parigi dove vissero otto anni e dove Carmen ha studiato in un collegio dove ha imparato il francese, la pittura, la letteratura e altri arti. Trascorreva il suo tempo libero visitando il Museo del Louvre, la Cattedrale di Notre Dame, la casa di Rodin, leggendo autori europei come Voltaire, Rousseau, Nietzsche e scrivendo versi, appunti e riflessioni.

In Messico intanto il regime dittatoriale di Porfirio Diaz continuava a mietere malcontento oltre che nei contadini senza terre anche nella borghesia dei centri urbani. La rivoluzione iniziò con la rivolta guidata da Francisco Indalecio Madero che si oppose alla rielezione del dittatore Diaz e che riuscì a rovesciare il suo governo. Diaz firmò le sue dimissioni e si ritirò in esilio lasciando un paese in rovina e consegnandolo nelle mani di Madero che lo avrebbe governato fino al 1913.

Carmen è ormai adolescente e comunica alla famiglia la sua intenzione di tornare a Città del Messico dove, durante un ricevimento al ministero, conosce Manuel Rodríguez Lozano, cadetto. Si aggrapperà a quest’uomo credendo in tal modo di staccarsi dalla figura paterna a cui era particolarmente legata, chiedendogli di sposarla e credendo che questa poteva essere la strada per fuggire. Fu un matrimonio che possiamo definire d’interesse: Manuel non amava Carmen ma sposarla poteva rappresentare un buon trampolino di lancio per la sua carriera; Carmen voleva sfidare in tal modo l’autorità paterna e sancire un netto distacco tra di loro.

È il 9 febbraio del 1913 quando Città del Messico si sveglia con una rivolta in atto, nota come “la Decena Trágica”. Si verificò un golpe ad opera dei generali in pensione, tra i quali Manuel Mondragón, durante il quale il generale Victoriano Huerta, con l’aiuto del presidente americano Henry Lane Wilson, divenne capo militare della piazza di Città del Messico e, dopo dieci giorni di sanguinosi combattimenti, venne consumato il tradimento di Madero.

Il 18 febbraio 1913, all’interno del Palazzo Nazionale, Madero e il suo vicepresidente José Pino Suárez vengono imprigionati, isolati e costretti a firmare le dimissioni mentre Huerta assumeva la presidenza. Quattro giorni dopo, Madero e il suo vice vengono trasferiti al penitenziario di Lecumberri ma non arriveranno mai perchè l’auto che li trasportava si fermò dietro l’edificio e fatti scendere i prigionieri li uccise crivellandoli di colpi e abbandonando i cadaveri. Il generale Mondragón riuscì a rimanere estraneo a questo assassinio e di li a poco il nuovo dittatore Huerta lo avrebbe fatto rientrare con gli onori affidandogli il Ministero della Guerra e della Marina.

Il 1913 è anche l’anno in cui si svolgono le nozze di Carmen e Manuel. Nell’agosto dello stesso anno l’opinione pubblica viene scossa dal discorso tenuto dal senatore Belisario Domínguez nel quale accusava il presidente Huerta di crimini di ogni sorta compreso l’assassinio di Madero. La stessa sera del discorso un gruppo di uomini al servizio di Huerta preleva Belisario dall’Hotel nel quale alloggiava e, portato al cimitero di Coyoacán, lo crivellano di colpi. Il giorno successivo Huerta cancella le ultime tracce di democrazia, scioglie le camere e fa arrestare molti deputati.

L’incarico di Mondragón è messo in pericolo dalle acccuse fatte da alcuni sostenitori di Huerta circa l’inefficacia della sua campagna contro i rivoluzionari. Mondragón era consapevole che se Huerta fosse rimasto al potere lo avrebbe relegato sempre più a ruoli secondari fino a metterlo completamente da parte; ma se i rivoluzionari avessero preso il potere sicuramente non avrebbero dimenticato il ruolo che aveva avuto nel colpo di stato. Il generale non trovò altra alternativa che dimettersi dal suo incarico e andare in esilio in Europa dove sarebbe stato ben accolto dai governi con i quali aveva collaborato come funzionario. Si reca in Francia ma Carmen e Manuel non seguono la famiglia, rimangono a Città del Messico e tornano a Tacubaya dove Carmen continua a scrivere, a suonare il piano, a comporre melodie e a dipingere. La pittura per lei è stata un’esplosione di amore, di passione per i colori sulla tela, un’arte che riesce a non farle percepire lo scorrere del tempo, le assenze di Manuel.

Pancho Villa sta conquistando una dopo l’altra le roccaforti dell’esercito federale nel Nord del Messico mentre le schiere di Emiliano Zapata stanno convergendo da Sud verso la capitale. Huerta si sta organizzando per lasciare il paese e così anche Carmen Mondragón e Manuel Rodríguez che partono verso gli Stati Uniti da dove si sarebbero imbarcati per la Francia.

Parigi in quel periodo era una città di grande fermento artistico e culturale, i coniugi Mondragón Rodríguez iniziano a frequentare questi ambienti e a fare conoscenze di grandi artisti come Diego Rivera, Georges Braque, Henri Matisse, Pablo Picasso. Carmen conquista in poco tempo gli ambienti artistici parigini diventando musa ambita e oggetto di desiderio. Manuel dal canto suo si chiudeva sempre più in una solitudine che decise di riempire disegnando e dipingendo senza immaginare che questa sarebbe diventata la sua ttività per il resto della sua vita rendendolo famoso.

Con lo scoppio della prima guerra mondiale, l’intera famiglia Mondragón si trasferisce a San Sebastián, dove Carmen continua a dipingere usando i colori del suo Messico e le figure delle sue genti e dove rimane incinta dell’unico figlio che dopo qualche mese morirà in circostanze poco chiare. Il marito sostenne che Carmen lo avrebbe ucciso per odio nei suoi confronti, l’opinione pubblica perchè era stanca della bisessualità del marito.

Carmen, dal canto suo, per cercare di dimenticare decide insieme al marito, con il quale ormai la rottura è imminente, di tornare in Messico dove incontra nuovamento Diego Rivera e conosce Gerardo Murillo, Doctor Atl come tutti lo chiamavano, con il quale avrà una relazione che durerà cinque anni e che sarà una storia d’amore, d’odio, di passione, di sesso e che a volte sfocierà anche in vere e proprie violenze fisiche. Carmen si tuffò nel mondo dell’arte frequentando artisti come José Vasconcelos, Tina Modotti, Frida Kahlo, José Clemente Orozco e altri ancora che in quel periodo riuscirono a cambiare il percorso culturale del paese in nome di popolo, libertà e giustizia sociale. Diego Rivera si stava apprestando a iniziare “La Creacion” il primo murale dipinto con la tecnica dell’encausto, ossia usando cera calda per fissare i pigmenti, che avrebbe dovuto rappresentare il rapporto dell’uomo con gli elementi e cioè l’origine delle Arti e delle Scienze.

Per Rivera posarono le donne più belle ma anche più trasgressive, disinvolte protagoniste della vita culturale messicana: per la Giustizia l’attrice ballerina María Dolores Asúnsolo; per la Forza Interiore la modella e scrittrice Guadalupe Marín; per la Prudenza la modella Julieta Crespo de la Serna; per la Tradizione l’indigena Luz González; per la Musica la ballerina Dolores del Río; per la Danza l’attrice di tandas Guadalupe Rivas Cacho; per il Dramma l’attrice cubana Graciela Garbaloza; per la Poesia Erotica Carmen Mondragón e che tutti conoscevano come Nahui Olin, nome che il Doctor Atl aveva scelto per lei e che rappresentava il Quarto movimento nel calendario azteco.

Di Gerardo Murillo Nahui crederà di essersi innamorata al punto da lasciare definitivamente il marito e trasferirsi con tele e colori a casa sua, dove iniziò a dipingere per se stessa e a scrivere poesie. É di questi anni la prima raccolta di versi che si intitolava “Optical cerebral. Poemas dinámicos”, un libro arricchito con illustrazioni di Murillo che erano state eseguite da lui direttamente su ciascuna copia. Fu questo il periodo più prolifico per quanto riguarda la produzione artistica di Carmen ma non il più bello della sua vita.

La notizia della morte del padre avvenuta a San Sebastían dove si trovava in esilio, devasta Carmen e forse fu prorpio la disperazione per questa perdita così fondamentale nella sua vita, che la portò ad avvicinarsi ancora di più agli ambienti artistici, frequentando in particolare Diego Rivera e sua moglie Guadalupe Marín, partecipando, insieme all’unica altra donna, la pittrice Carmen Foncerrada, alle rivendicazioni del Sindacato Revoluzionario de Obreros, Técnicos y Plásticos, fondato dallo stesso Rivera nel 1922, a partecipare ad alcune mostre collettive e a riprendere a scrivere alernando il francese allo spagnolo. Realizzò anche dei nudi per Antonio Garduño divenendo la prima donna a posare nuda in Messico e a far emergere uno dei periodi più attivi della cultura e dell’arte in Messico. Scriveva: « […] Mi sono lasciata ritrarre nuda perché avevo un corpo così bello che non avrei mai potuto negare all’umanità il diritto di contemplare quest’opera». Ed è proprio così che Edward Weston la vedeva, un corpo e un volto da fotografare. Lo scatto che riuscirà a rubarle una mattina del 1923 sarà, come lui amava definirlo, lo scatto della sua vita e dal canto suo, Carmen sosterrà che il ritratto di Weston, da lei eseguito in cambio della fotografia, sarà il migliore che abbia mai fatto.

Il rapporto con Murillo stava ormai volgendo al termine e ormai comunicavano solo via lettera, anche se erano nella stessa stanza. Per Murillo era arrivato il momento di staccarsi da questa donna che lo aveva stregato con il suo corpo e decide di partire alla volta di Veracruz per ritrovare vecchi ricordi e luoghi staccandosi definitivamente da Carmen. Lei non si disperò, anzi. Decise di lasciare la casa dove viveva con Gerardo Murillo e affittare un piccolo appartamento nel centro della capitale, dove sperimentò per la prima volta la vita come donna indipendente e organizzò la Exposición de Desnudos con i ritratti del fotografo Antonio Garduño dove Carmen compariva nuda in diverse pose scattate sia in studio che in riva al mare.

Fondò la Lega Femminista per la lotta alla tossicodipendenza perché sosteneva che certi vizi influivano negativamente sul progresso del Messico; si unì alle lotte che rivendicavano il voto per le donne, la parità di genere, l’accesso al lavoro con leggi a favore delle donne, soprattutto quelle incinte, il diritto alla proprietà delle terre, l’integrazione delle donne indigene nel tessuto sociale, l’accesso all’istruzione per le donne senza distinzione di appartenenza etnica.

In questo periodo conosce il fumettista Matías Santoyo, con il quale intraprende un viaggio negli Stati Uniti. A Hollywood, dove si reca in visita, le viene offerto dalla Metro Goldwing Mayer di fare dei provini per un film diretto da un noto regista, proposta che lei rifiuta rendendosi conto che la sua immagine è considerata solo come incarnazione della sessualità, qualcosa di diverso da quello che è in grado di trasmettere il nudo dell’arte. Tornata in Messico, quando qualcuno le chiedeva notizie sulla sua esperienza hollywoodiana, rispondeva: «Hollywood es una mierda». Questa tappa della sua vita, spinse Carmen a ricominciare a dipingere, scrivere e a voler comprare un pianoforte a coda con il quale iniziò a suonare brani classici per poi cimentarsi anche nella composizione di due concerti per piano e orchestra.

Il mare però le mancava troppo e non vi tornava da quando Antonio Garduño le aveva scattato le foto di nudo che avevano contribuito a renderlo celebre. Inizia così a frequentare per lunghi periodi le spiagge di Veracruz, portandosi dietro tutto l’occorrente per dipingere e inizia a ritrarre la vita quotidiana, le feste patronali, le case dei pescatori. Dipingeva sempre sul molo ed è proprio lì che un giorno conosce il Capitano Eugenio Agacino, l’amore della sua vita, capace di controllare con delicatezza le variazioni di umore di Carmen e di lenire i suoi dolori. Lei lo seguirà in tutti i suoi viaggi dipingendo incessantemente: a Cuba, Francia, San Sebastian dove non tornava dalla morte di suo figlio e dove partecipa a una mostra e tiene alcuni concerti per piano. Questo grande amore purtroppo fu interrotto dalla morte del capitano avvenuta per aver mangiato del cibo avariato.

Carmen cadde in uno stato di disperazione, depressione e pazzia. Vagava per giorni sul molo di Veracruz nell’attesa che il capitano scendesse dalla nave e la invitasse a salire a bordo. Decise di lasciare la vita pubblica e trasferirsi nella sua casa di Tacubaya per dedicarsi alla pittura e alla scrittura e dove per vivere insegnava Disegno e Pittura in una scuola. Quest’esperienza lavorativa non durò a lungo, ma l’Instituto Nacional de Bellas Artes continuò a versarle un vitalizio come riconoscimento per l’attività artistica che aveva svolto.

Per molti anni Carmen visse lontana da tutti, evitando di farsi riconoscere anche da chi la incontrava per strada, ma producendo forse l’ultima e forse la più bizzarra opera della sua vita: un libro dal titolo “Energía Cosmica” che conteneva poesie, riflessioni, asserzioni scientifiche come la diatriba sulla Teoria della relatività di Einstein. Le sue ultime opere pittoriche avevano come soggetti i suoi amanti, i suoi gatti e la sua tormentata infanzia.

Quando si rese conto di avere donato alla vita tutto ciò che poteva donarle, si lasciò morire cadendo nell’oblio dimenticata da molti. Era il 23 gennaio 1978. Spariva così una donna significativa nell’arte messicana, una femminista che ha lottato per i diritti delle donne, una poetessa che esprimeva la libertà corporea delle donne, un’artista che nella vita non si arrese mai e che era ribelle, indomabile e imprevedibile.

«Il mio spirito e il mio corpo hanno sempre una sete folle

di quei nuovi mondi che sto creando senza sosta

e delle cose e degli elementi

e degli esseri e da quella mirabile sete

nasce il potere creativo ed è fuoco

che non resiste il mio corpo che è in continuo rinnovamento

della giovinezza di carne e di spirito

è uno ed è mille insaziabile sete …»