L’importanza dell’osservazione e della diligente annotazione, fecero si che molte università, oltre alle aule e alle biblioteche, si dotassero anche di laboratori, osservatori, musei, giardini botanici. Scienze come la medicina, l’astronomia, la botanica, che si fondavano sulla cultura della diretta osservazione, della dimostrazione delle teorie e dell’esperimento, si avvalsero di questo nuovo approccio, perché costituito dalle meticolose annotazioni, dagli appunti e dagli schizzi che gli studiosi riportavano fedelmente. Tutto questo permetteva uno scambio epistolare tra studiosi che allargava le collaborazioni e permetteva scambi scientifici tra paesi. Sfruttando questa nuova tendenza, un gruppo di liberi scienziati e uomini di cultura fondarono la Royal Society di Londra con l’obiettivo di promuovere la conoscenza del mondo naturale attraverso l’osservazione, la sperimentazione e lo scambio d’informazioni.
La scrittura perde la sua austerità e diventa più fluida, il corsivo diventa più semplice, la grafia diventa più scorrevole e funzionale. Le scuole di contabilità, che in questo periodo fioriscono grazie agli scambi commerciali che iniziano a svilupparsi, formano persone in grado di avere una grafia chiara, asciutta e senza ritocchi in maniera da mantenere la sua autenticità. Attenzione sempre più puntuale viene riservata alla stesura di documenti epistolari, mercantili, professionali e spesso, visto l’impiego in diversi ambiti e con caratteristiche diverse, la composizione dei documenti riveste un ruolo rilevante nel verificare l’autenticità di un determinato scritto.
L’illuminismo aveva tracciato una visione razionale del carattere tipografico che teneva conto dell’uso di una diligente misurazione del corpo dei caratteri e di diversi strumenti di precisione come i compassi e le griglie.
Tutta questa evoluzione lasciava ancora irrisolta la questione dell’appartenenza di un’opera scritta. L’autore non deteneva nessun diritto sui testi che scriveva e gli editori erano liberi di pubblicarli anche senza il loro consenso. Nel 1709 in Inghilterra venne promulgato un “Atto per l’incoraggiamento dell’istruzione”, che rappresenta la prima disposizione moderna sul diritto d’autore, che sanciva la necessità di calmierare i prezzi degli scritti e stabiliva che ogni copia degli stessi andava depositata presso la Biblioteca Reale e le biblioteche di Oxford e Cambridge in maniera da renderla disponibile al pubblico. Era la prima volta che veniva tutelata legalmente la proprietà intellettuale dell’autore in un momento in cui l’avvento della stampa stava trasformando la produzione libraia in un settore commerciale che vedeva prolificare anche la produzione pirata di diversi testi che spesso venivano esportati anche in altri paesi dove il diritto d’autore non era più tutelato. Editori e librai si resero conto che se non volevano perdere la propria reputazione e il loro prestigio bisognava tutelare i diritti di proprietà letteraria dell’autore: stabilirono che l’autore diveniva titolare di un diritto che poteva trasferire all’editore, per un determinato periodo di tempo stabilito, il quale otteneva così il diritto esclusivo dell’opera. Alla fine del ‘700 in alcuni paesi, tra cui l’Inghilterra, l’autore di un libro poteva rivendicare la proprietà letteraria per un periodo di tempo stabilito dopo di che l’opera sarebbe diventata di pubblico dominio. Sarebbe stata questa la base di partenza delle future leggi sul diritto d’autore.
In questo periodo inizia ad affermarsi anche la “grafologia”, usata soprattutto in ambito giudiziario, per tutelare chi aveva scritto un testo da eventuali contraffattori. Tutto questo perchè ormai la scrittura sontuosa era stata abbandonata a favore di una scrittura mediocre, ruvida, frettolosa e questo aveva visto il proliferare di grafie più personali. Nella giurisprudenza venne evidenziato come le differenti scritture potevano identificare i diversi autori proprio come i tratti somatici individuavano un soggetto. In tal modo si poteva differenziare la scrittura contraffatta da quella autentica e portarla come prova in sede giudiziaria. Sarà solo nel XX secolo che però verrà riconosciuto il potenziale della scrittura, della firma di un individuo e della produzione di segni grafici che venivano considerati come atto espressivo individuale e personale.
Questo spirito di novità indusse John Baskerville, illustre stampatore in Gran Bretagna, a rivedere i vari processi di stampa alla luce di questi cambiamenti e della sua esperienza. Vista la notevole padronanza che aveva con i materiali (realizzava da solo l’inchiostro che usava poi per la stampa) introdusse un nuovo processo di stampa che fu definita calandratura a caldo e che consisteva nell’usare carte piatte e sottilissime che venivano realizzate posando sullo stampo originale una tela metallica molto fitta che non faceva notare la trama dei fili e della vergatura. A stampa ultimata, i fogli si facevano scorrere tra due rulli di rame al fine di asciugare l’inchiostro e produrre una stampa lucida e levigata. I suoi libri erano i migliori mai realizzati per la corretta spaziatura, l’inchiostro uniforme, i caratteri ben leggibili.
Naturalmente anche la tipologia degli scritti aggiunse nuove categorie che incontravano grande favore presso il pubblico. Viene dato ampio spazio alla stampa di romanzi che hanno narrazioni diverse a seconda che si tratta di narrazione, satira, mitologia fantastica, forma epistolare o corrispondenza. Vennero introdotti nuovi sistemi di punteggiatura e enfatizzato l’uso di determinati caratteri per sotolineare i cambi di tono in un dialogo, le confidenze che vengono fatte o le sensazioni che si provano. Il romanzo in tal modo coinvolge il lettore e diventa un genere letterario che si diffonderà sempre di più soprattutto tra le donne.
Stessa sorte del romanzo toccherà alla corrispondenza che in questo periodo è particolarmente florida e coinvolge tutte le categorie di popolazione. La sua popolarità è dovuta anche al fatto che può essere utilizzata sia per scopi personali che commerciali nonché politici. Ed è proprio in questo ambito che gli operari iniziano a creare le “Società di Corrispondenza” che hanno lo scopo di discutere le riforme parlamentari e scambiarsi opinioni con altri gruppi che hanno le stesse idee. Queste società furono bandite nel 1799 perché ritenute pericolose e promotrici di una ipotetica rivoluzione che avrebbe potuto sovvertire il potere che si deteneva.
All’incirca nello stesso periodo compariva un nuovo metodo di insegnamento della scrittura che per alcuni versi tornava alle origini perchè incentrato su un controllo mentale e fisico che spesso sfociava in vere e proprie costrizioni fisiche per assumere la corretta postura da assumere durante la scrittura. Per esempio, veniva incoraggiato l’uso di lacci che tenevano la mano legata alla penna nella giusta posizione; nella moda femminile le stecche del busto erano fatte con ossa di balena e ciò lo rendeva più rigido ma anche più performante; il metronomo sarebbe diventato lo strumento utilizzato per scandire gli esercizi di scrittura.
La Rivoluzione Industriale stava investendo anche il mondo della stampa. Viene brevettata la prima macchina da scrivere che venova definita dallo stesso creatore, Henry Mill, come un «artefatto che permette d’imprimere e trascrivere lettere, singolarmente o in progressione come nella scrittura, concentrando il testo su carta o pergamena in modo così chiaro e nitido da risultare indistinguibile da un’opera stampata.»
Nel 1780 venne brevettato un rudimentale congegno che permetteva la copiatura di documenti e che sarebbe in seguito diventato il precursore delle attuali fotocopiatrici.
Tra la fine del XVIII sec. e l’inizio del XIX sec. l’evoluzione del disegno delle lettere si concentrò sulla realizzazione di manifesti, poster e stampati commerciali. Le locandine e i manifesti erano stampati e impaginati come se fossero dei libri e i caratteri utilizzati erano di dimensioni massime così come i paragrafi e i blocchi di testo e nel 1827 venne inventata la prima macchina che avrebbe permesso di realizzare caratteri in legno di grandi dimensioni da utilizzare per creare stampe di una certa importanza, volantini pubblicitari, cartoline, insegne di negozi.
La più grande trasformazione che avviene nell’ottocento è sicuramente quella che si verifica in ambito educativo dove per la prima volta l’insegnamento della lettura viene accostato a quello della scrittura e le scuole iniziano a essere frequentate anche dalle classi più povere promuovendo in tal modo il proliferare di materiale documentario.
Le tecniche di stampa progrediscono sempre di più e schematicamente possiamo dire che queste sono state le più note: invenzione del torchio tipografico realizzato in ghisa e basato su un sistema di leve (1799); viene messo in funzione per la prima volta un torchio tipografico ad alta velocità alimentato a vapore (1814); vengono sviluppate la macchina linotype , che compone righe intere, e quella monotype che invece compone un carattere per volta permettendo quindi eventuali correzioni; viene scoperta la litografia che permette l’uso dei colori e che produsse manifesti (per esempio quelli per le manifestazioni artistiche della Belle Epoque) ancora oggi perfettamente conservati.
Questo proliferare di innovazioni investono anche i settori commerciali e pubblici e sono orientate a rendere più efficiente il lavoro degli impiegati i quali utilizzavano sempre più lo scambio di informazioni scritte. La prima macchina da scrivere (Writing Ball) ad arrivare sui mercati era di origine danese e fu realizzata per dare la possibilità ai sordomuti di potersi esprimere per mezzo delle dita. Successivamente, nel 1872, viene prodotta la prima Remington utilizzata quasi esclusivamente dalle dattilografe che, grazie ai progressi compiuti nel campo dell’istruzione, entrarono a pieno titolo a lavorare negli uffici che fino ad allora erano stati appannaggio maschile.
Nel 1876 vengono introdotti i primi strumenti per duplicare un documento (duplicatori stencil) tra cui spicca la penna elettrica di Thomas Edison, una penna che al suo interno aveva un ago che permetteva di perforare il foglio con piccoli trattini mentre il copista scriveva. I duplicatori stencil rappresentano i precursori del ciclostile mentre la penna di Edison, modificata, viene utilizzata dai tatuatori.