Negli stessi anni in cui Longanesi inizia la sua attività, Vito Laterza, grande editore pugliese, assume la direzione della casa editoriale LATERZA, trovandosi sin da subito a fare i conti con l’eredità straordinaria quanto imponente che Benedetto Croce aveva lasciato durante gli anni di collaborazione con la casa (1902-1952), e del quale la casa editrice aveva pubblicato le sue opere. Alla scomparsa di Croce avvenuta nel 1952, Laterza non cerca un sostituto ma cerca di realizzare una rete di «amici di Casa Laterza» dai quali ricevere proposte e suggerimenti da sviluppare nell’ambito del profondo cambiamento editoriale che sta avviando, che resterà comunque sempre di ispirazione laica, e che lo vede competere con i grandi editori settentrionali orientati a cogliere le inclinazioni dei lettori in un mercato che stava diventando di massa. Questa svolta è segnata dall’esordio di una nuova collana “Libri del tempo” che contiene opere di storia ma anche di temi del dibattito culturale e politico contemporaneo, con autori spesso liberalsocialisti, liberaldemocratici o azionisti come Pietro Calamandrei, Gaetano Salvemini, Paolo Sylos Labini, solo per citarne alcuni. Il catalogo Laterza si arricchisce di nuovi interessi continuando però a dare significativa importanza alle tematiche del Meridione: inaugura la formula del libro-inchiesta con autori quali Leonardo Sciascia, Vitaliano Brancati, Anna Maria Ortese; pubblica le opere del linguista Tullio De Mauro e una serie di libri-interviste con autori quali Giorgio Amendola, Vittorio Gassman; si afferma nel settore della saggistica soprattutto quella storica, politica e giornalistica con autori quali Giorgio Bocca, Eugenio Scalfari; si impegna nella pubblicazione di manuali didattici destinati a scuole e università; avvia una collana tascabile Universale che ospita testi appartenenti ad altre collezioni e nuove opere di storia, filosofia, critica letteraria, scienze sociali. Negli anni successivi inaugura nuove collane che spaziano dal diritto alla filologia romanza, dalla pedagogia alla didattica sempre con l’obiettivo di offrire un’editoria impostata su un’attenta elaborazione e un’ampia proposta culturale.
Una nuova stagione si apre con Giangiacomo Feltrinelli, borghese di cultura mittle-europea, per parte di madre, e appartenente alla tradizione laica, per parte di padre. Da giovane, poco più che adolescente, si unisce alla Resistenza partigiana nel Gruppo di Combattimento “Legnano”, aggregato alla V Armata Americana. Alla fine della guerra, Feltrinelli si iscrive al partito comunista italiano e poco dopo coglie l’occasione di rilevare la COLIP (Cooperativa del Libro Popolare), sorta su iniziativa del PCI e formata da librai di sinistra che avevano come destinatario il ceto operaio urbano, e fonda la casa editrice FELTRINELLI che ha come valori fondanti l’antifascismo e la libertà uniti a un’impostazione di stampo marxista e a un’attenzione al panorama internazionale. Feltrinelli è un editore militante, capace di coniugare la ricerca e la produzione con la politica. È un organizzatore di cultura che ha strutturato la redazione come se fosse un collettivo redazionale di qualità, che affronta tematiche e si interroga, attraverso i libri, del senso comune. Ha una visione del mondo dettata dai luoghi, dai volti e dalle persone che hanno attraversato la sua vita e dai quali ha recepito l’idea che si potesse agire in Europa in modo guerrigliero partendo dalle periferie delle città. Feltrinelli è un editore impetuoso sia nella scelta degli autori che nell’uso della pubblicità e della strategia editoriale, ma è anche un militante politico che possiede una certa sensibilità aziendale e una visione giovane dell’attualità; è lungimirante e audace, capace di straordinaria creatività editoriale e in grado di fare scelte di produzione e distribuzione apportando interessanti innovazioni sia nella rete promozionale che in quella commerciale (che daranno vita alle librerie che esistono ancora oggi), che ha proprie pubblicazioni e iniziative che spesso sono state ritenute troppo radicali. La pubblicazione di un testo che racconta la fine del sentimento d’appartenenza come Il Dottor Zivago di Boris Pasternak e de Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, che mostra la scoperta dell’estraneità del meridione al resto del mondo moderno, esplodono come «casi letterari». Acquisiti al di fuori dei canali istituzionali, il primo esce dopo una lunga trattativa con le autorità sovietiche e con la dirigenza del PCI, il secondo dopo una complicata vicenda dovuta a dei rifiuti editoriali che il testo aveva ricevuto. Come editore e quindi come intellettuale e imprenditore, ha un pensiero illuminato e chiaro sul mercato del libro e soprattutto sull’esiguo numero di lettori. Feltrinelli sostiene che non è sufficiente produrre collane a basso prezzo perché ci sono altri ostacoli alla diffusione del libro. Primo tra tutti è la necessità di elevare costantemente e progressivamente il livello di vita degli italiani e poi, il riconoscimento di un’orario di lavoro che sia di 40 ore settimanali e che includa anche il sabato per riposarsi e distrarsi, permettendo loro di avere così più tempo per la lettura. Da qui il suo interesse per l’alta divulgazione che metterà in atto con le collane economiche, di scienza, filosofia della scienza, matematica, critica, filologia, arte, psichiatria, sessuologia, ma anche con collane di saggistica, biografiche, di autori e testi che hanno segnato fortemente il pensiero e il dibattito contemporaneo. Le opere e i temi scelti per la pubblicazione sono di orientamento antifascista, gramsciano, marxista e anticolonialista e spaziano dalla guerra spagnola al movimento studentesco, dal femminismo a Che Guevara e Castro. Per Feltrinelli il redattore è un curatore di collane ma è anche responsabile della politica d’autore. Rappresenta l’editoria di massa nella quale la proposta editoriale di qualità si incontra con una pluralità di tendenze culturali. Di Giangiacomo Feltrinelli, per concludere, si può dire che per alcuni fu un eroe, un editore rivoluzionario, dal temperamento forte e indipendente; per altri un esaltato, un finto comunista miliardario. Lascio a voi le conclusioni finali a me resta la consapevolezza che a lui si devono pubblicazioni di capolavori della letteratura e della saggistica che forse non avremmo avuto la possibilità di leggere. Insieme a pochi altri editori quali Einaudi, Mondadori e Bompiani, rappresenta uno degli ultimi editori-protagonisti che, ognuno con la propria personalità, hanno dedicato la loro vita alla ricerca estenuante di libri che potessero cambiare il mondo.
Un altro editore che ha lasciato il segno nell’editoria italiana è Giovanni Neri Pozza, narratore, poeta, saggista, scultore, incisore, biografo di Tiziano, memorialista ma soprattutto uomo di libri ed editore di cultura. L’idea di aprire una casa editrice è un desiderio che Neri Pozzi sta maturando da tempo e l’opportunità si presenta quando, insieme a un gruppo di amici antifascisti come lui, decide di costituire la casa editrice Edizioni dell’Asino Volante per pubblicare un libro di poesie che un editore ebreo non era riuscito a dare alle stampe a causa delle leggi razziali proclamate dal governo fascista. Gli anni di cui parliamo sono anni durante i quali molte persone confluiscono nella Resistenza Antifascista e tra questi c’è anche Neri Pozza, che aderisce alla resistenza vicentina e che porta avanti le sue idee antifasciste per le quali verrà incarcerato, prima nel carcere di San Biagio e poi in quello di San Michele, entrambi a Vicenza, per «sospetta attività antifascista». Di quest’esperienza Neri Pozza parlerà nel libro La prigione e altri versi che verrà pubblicato qualche anno più tardi. In seguito la casa editrice cambia la sua sigla editoriale ne Il Pellicano e pubblica un’antologia di lirici greci, fino a quando non nasce la NERI POZZA EDITORE che pubblicherà Peter Rugg l’errante di William Austin e Paludi di André Gide. Da quel momento Neri Pozza entra nel mercato con tutta la sua intraprendenza ma irriverente di fronte a questo mondo interessato solo all’aspetto commerciale, dove la figura dell’editore che guarda negli occhi i propri autori e che di loro conosce difetti, passioni e potenzialità, sta ormai scomparendo perché ormai l’editore siede solo nei consigli di amministrazione. La sua lungimiranza lo porta a sondare la capacità che ha un libro di durare oltre il momento, di stimolare l’attività creativa dei suoi autori quando questa è latitante o ferma, di litigare con loro mantenendo inviolabile la stima e il confronto reciproco. Questo suo essere sarà apprezzato da autori come Gadda, Montale, Buzzati, Parise che con Neri Pozza iniziano a collaborare e a pubblicare alcune delle loro opere. Crea anche una innovativa collana di letteratura americana che ospita autori quali Melville e James, ma che ben presto si aprirà anche alla narrativa orientale ma anche alla giovane letteratura europea, alla letteratura di viaggio e a quella dei paesi emergenti, proponendo autrici quali Anita Brookner, Geraldine Brooks, Sandra Petrignani, Susan Vreeland. Anche se negli anni la casa editrice si è innovata, ha saputo coniugare fedeltà all’impostazione originaria e scoperta delle nuove tendenze continuando a proporre letteratura e saggistica di qualità. Insomma Neri Pozza è stato uno degli ultimi editori-persona che dava il suo numero di telefono ai suoi autori per rassicurarli della sua presenza.
Questi sono gli anni in cui si va delineando un nuovo assetto editoriale che preannuncia una serie di cambiamenti dovuti al processo di concentrazione avviato dalle grandi case editrici. La prima di queste operazioni riguarda l’acquisizione da parte della Ifi-Fiat di case editrici quali Fratelli Fabbri, Etas Kompass, Sonzogno, Bompiani e altre minori; a questa seguirà quella della Mondadori con il Saggiatore, la Rizzoli con Sansoni, la Garzanti con Guanda fino ad arrivare a un processo di concentrazione che coinvolgerà giornali, reti televisive e che sfocerà nel famoso conflitto Berlusconi-De Benedetti.
Questo panorama è anche quello nel quale si sviluppa un certo tipo di editoria “alternativa” che caratterizza la scena underground e che si distingue perché esprime le proprie istanze per mezzo di piccole strutture autogestite di controinformazione che si pongono in maniera antagonista al processo di concentrazione operato dalle grandi case e in contrapposizione a una società capitalistica.
La prima casa editrice della sinistra antagonista ed extraparlamentare italiana è SAMONÀ E SAVELLI che pubblica titoli legati alla filosofia marxista, alla lotta di classe, ai movimenti femministi, all’imperialismo, alle condizioni di lavoro, alla guerriglia urbana e altri ancora che riguardano il panorama politico dell’epoca.
In maniera più scientifica, la casa editrice ROSENBERG & SELLIER inizia a pubblicare titoli che si concentrano sulle scienze umane e sociali dedicando ampio spazio anche alla letteratura di genere.
A Venezia un gruppo di amici, laureati da poco, decide di continuare a svolgere la propria attività culturale, con l’intento di creare spunti per la realizzazione del progetto politico di riforme che l’Italia sta per varare. Fondano così la MARSILIO casa editrice che si occupa prevalentemente di architettura, sociologia, cinema, psicologia e altre discipline che caratterizzano ancora oggi la sua produzione libraria.
Su tutt’altro versante si colloca la casa editrice RUSCONI che nasce con il proposito di dare spazio ad autori che fino ad allora non l’avevano avuto. La sua impostazione è chiaramente antimarxista e rivolta molto più agli ambienti di destra. Il suo successo è legato alla pubblicazione delle opere di R. R. Tolkien delle quali Rusconi detiene i diritti tranne che per Lo Hobbit pubblicato da Adelphi.
La casa editrice ADELPHI, nata da un progetto dell’imprenditore Roberto Olivetti e del critico letterario Luciano Foà, si insinua in questo panorama con l’idea di dare voce ad autori che fino ad allora molti editori si erano rifiutati di pubblicare e con l’obiettivo di rivalutare la figura dell’editore che ha una precisa identità editorial-culturale. L’attenzione si concentra inizialmente sulla narrativa, sui classici e sulla saggistica. Il suo punto di forza è la capacità di far conoscere opere di letteratura, filosofia e scienze attraverso un approccio nuovo restando sempre coerente ai valori cui si ispira e che sono integrità, centralità del lettore, passione e apertura al cambiamento. Ciò che contraddistingue la casa editrice fin dall’inizio è l’originalità delle scelte che si pongono in controtendenza per la sua linea individualista ostile a orientamenti di tipo ideologico ma anche per il suo approccio antilaico che agli occhi del lettore colto rappresenta un modello in cui ritrovare il “libro di cultura”.