"La scrittura esige virtù scoraggianti, sforzi, pazienza: è un'attività solitaria in cui il pubblico esiste solo come speranza" - Simone De Beauvoir
APPENA DESTA GIÀ MI SENTO STANCA

APPENA DESTA GIÀ MI SENTO STANCA

ANNA MAFAIERA

Appena desta già mi sento stanca. Accendo
una sigaretta. Accado così intera
nel sensibile che mi avverte e mi precisa i termini
delle preoccupazioni di cui mi trovo ingombra
quelli sentimentali letterari le nipoti la tiroide
il costo della vita le mancate notizie i panni da lavare
i muratori in casa la rottura delle tubature
l’obbligatorietà del lavoro il capo-personale
il capo-ufficio il tempo inattivo
la sottigliezza delle chiacchiere uguali
l’indifferenza per i guai altrui che ogni
giorno mi sento elencare i miei invece
accaniti presenti passionali. Mi accingo
a svolgere varie attività. Considero che
il lavoro stanca l’umiliazione avvilisce
il corpo perde di vigore il compenso non è mai
abbastanza quello che ora è compiuto stasera
o domani da rifare. Non sono certa di quello
che mi piace di ciò che gradirei. Mi distrae il giornale
con gli avvenimenti pubblici e mondani la cultura
aggiornata e appagata il contegno disinvolto il vestito
ben fatto il racconto dei muri il gioco
piacevole di adesione al discorso. Mi
obbligano ad una meditazione gli interessi
personali la cronaca nera i luoghi comuni
gli eventi passati ricreati imprecisati
le sorprese i raggiri le combinazioni la pornografia
il predicatore dei buoni costumi l’inferno
altamente ingombro il paradiso quasi vuoto.
Non posso basarmi sulla istruzione convalidata
trovo eroico il comportamento di chi pensa
fino a non riuscire a pensare
mi rimprovero la soggezione al non tempo libero
l’infinita disponibilità verso il prossimo accertato
la mia non perfetta disposizione all’arte culinaria
rimprovero il mio fegato che non vorrebbe
permettermi di bere più di un goccio per tirarmi su.
Mi dicono che non devo lamentarmi
perché non ho famiglia. E le colpe che mi coinvolgono
gli errori a cui mi espongo gli orrori
che si espandono e che anche io assorbo
le costanti terribili minacce
contro una sempre più inerme moltitudine?
È questo il tracciato utile a salvare
almeno una motivazione dell’anima?