Helen Keller
(Tuscumbia, Alabama, 27 giugno 1880 – Arcan Ridge, Connecticut, 1 giugno 1968)
Prima persona non vedente a conseguire la Laurea negli Stati Uniti, attivista politica, promotrice dei diritti delle donne e del controllo delle nascite, prima paladina dei diritti dei disabili in tutto il mondo, Helen Keller con il solo aiuto delle mani ha imparato a comunicare con il resto dell’umanità e a trasformare una disabilità in un bene preziosissimo.
Helen diventa cieca e sorda all’età di 19 mesi, in seguito a quello che i medici definiranno «congestione acuta dello stomaco e del cervello», un caso clinico eccezionale e irreversibile che toglierà ogni speranza ai genitori. Cresce isolata dal mondo e spesso reagisce selvaggiamente a qualsiasi ostacolo imprevisto, tanto da convincere la madre, dopo una serie di consulti specialistici, della necessità di rivolgersi all’Istituo Perkins per trovare una insegnante che possa impartire a Helen la dovuta educazione.
Anne Sullivan, è ipovedente e dotata di modesta cultura ma è un’educatrice d’eccezione che ha imparato il linguaggio tattile e che mette in atto le teorie del dottor Howe, il quale sosteneva che per assistere persone disabili non bisogna provare compassione ma essere freddi e privi di pietà.
Con l’intento di tirare fuori dall’oscurità la bambina e insegnarle tutto ciò che serve per avere lo stesso grado di cultura delle persone che potevano vedere, sentire e parlare, Anne arriva nella vita di Helen nella primavera del 1987. Il primo ostacolo che incontra è la reticenza della madre di Helen ad allontanarsi da lei. Anne a questo punto dovrà non solo conquistare la fiducia di Helen ma convincere i genitori della necessità di un diverso metodo educativo che prevedeva l’affidamento esclusivo della bambina alle sue cure.
Le cose più semplici, come riporre un tovagliolo, richiedono lunghi, pazienti e sfibranti esercizi e allora l’abbraccio della madre diventa per Helen un premio per il risultato raggiunto. Riesce ad insegnare ad Helen un alfabeto tattile che associa ad ogni lettera il tocco o il pizzico di una parte della mano ma l’associazione della parola all’oggetto si rivela un’ostacolo insormontabile. Anne si accorge che senza distrazione Helen apprende meglio e decide di trasferirsi insieme a lei nel cottage di famiglia. Il contatto con un getto d’acqua fresca, risveglia un giorno in Helen una qualche dimenticata associazione di idee che per Anne rappresentano lo spunto per digitare sul palmo della mano la parola “acqua”. Così il gioco delle lettere assume un senso, le cose hanno un nome e ben presto Helen impara il significato di molte altre parole che vengono digitate sul palmo della sua mano e il mistero della lettura le viene rivelato attraverso delle strisce di cartoncino in cui le lettere sono in rilievo e grazie alle quali Anne le insegna che ad ogni parola corrisponde un oggetto e che associando le giuste parole si può scrivere. Da quel momento i suoi progressi sono rapidi e felice di poter comunicare con gli altri inizia a scrivere incessantemente a tutti i conoscenti. Con questo entusiasmo Helen arriva all’Istittuo Perkins di Boston e, nonostante a differenza dei suoi compagni non solo è cieca ma anche sorda, apprende più facilmente degli altri le materie che le vengono insegnate dimostrando un’attitudine allo studio straordinaria. Con i libri braile, e con l’aiuto di Anne, impara a leggere in 5 lingue e a conoscere i classici della letteratura.
Pagine su pagine che Helen legge parola per parola e che Anne le trasmette una ad una. Ma Helen vuole essere uguale agli altri in tutto e l’unica cosa che le manca è parlare e per questa ragione entrerà alla Horace Mann, scuola per sordi che si trova a New York, dove non vengono usate le mani per parlare ma la vibrazione della voce. La direttrice Sara Fuller, le permette di “toccare le parole” sul suo viso, in modo da sentire come usa la bocca. Helen sente la vibrazione di ogni parola e dopo vari esperimenti, scopre che appoggiando la mano in una certa posizione, con il pollice sulla gola, l’indice sulle labbra e il medio sul naso, può percepire ogni singola vibrazione. La prima parola che impara a pronunciare è “it”, poi, quando è in grado di esprimere una frase una parola per volta dice “I am not dumb now”. Da questo momento la sua voracità per la cultura non fa che aumentare tanto da farle decidere di frequentare il Radcliffe College dove grazie allo scrittore Mark Twain, che si fa promotore di una pubblica sottoscrizione che consente ad Helen di mantenersi all’Università, consegue la Laurea in Letteratura inglese e tedesca.
La storia di Helen ben presto si diffonde in tutto il mondo anche grazie a un libro che racconta la sua storia e che Helen scrive grazie all’aiuto del futuro marito di Anne, John Reed. La stampa internazionale elogia la prima persona sordo cieca a laurearsi negli Stati Uniti. Tutto questo clamore, porta Helen per la prima volta a contatto con i problemi sociali e politici di quel secolo, suscitandole nuovi interessi e aprendole orizzonti fino ad allora sconosciuti. Si avvia per lei una nuova fase, durante la quale si occuperà dei diritti dei ciechi e degli altri disabili, ma anche del pacifismo (si oppose strenuamente alla prima guerra mondiale), delle cause dei lavoratori, delle donne e del diritto al voto che in quegli anni veniva proclamato. Inizia così a scrivere una serie di articoli senza nascondere le sue idee socialiste, indignando spesso benestanti e falsi moralisti per gli argomenti che tratta. Nonostante la sua preparazione, Helen preferisce scrivere temi commoventi, raccontare i sogni di una donna cieca, ciò che è al centro del suo mondo, le mani, nella migliore tradizione della letteratura dei giornali femminili. In uno scritto riporta queste frasi per far capire la loro importanza: «[…] Cammino lungo la strada sconosciuta che conduce in un mondo dove la mano è alla sommità. La mano è per me ciò che per voi sono vista e udito. É la mano che mi guida, che mi conduce attraverso l’oscurità e l’isolamento del mondo degli altri.»
La causa per la quale si batte da sempre, dare la possibilità ai sordi e ai ciechi di avere un’istruzione adeguata, la porta a intraprendere una serie di viaggi durante i quali conosce personalità rilevanti, tra cui Calvin Coolidge, Presidente degli Stati Uniti e sua moglie che abbraccia la causa di Helen e contribuisce personalmente alla nuova Organizzazione dedicata alla ricerca su cecità, salute e nutrizione che Helen ha fondato da poco. Promuove manifestazioni, conferenze e scrive della sua vita per rendere nota la sua esperienza; si batte strenuamente perché negli Stati Uniti vengano realizzati centri di riabilitazione per fornire a chiunque un’educazione scolastica; si mobilita perché i libri in braile abbiano criteri unici che li rendono fruibili a tutti i ciechi; di realizzare dei “libri parlanti” per la restituzione e la rieducazione di soggetti fragili, ai quali dare la possibilità di essere inseriti in una nuova vita attiva, utile a se stessi e agli altri che molto spesso si rivela eccezionale. Divenne amica di Alexander Graham Bell e conobbe Eleanor Roosvelt, Mary Pickford, Charlie Chaplin, Albert Einstein.
«[…] Nell’ottobre del 1925 Anne lasciò questa terra, almeno metà di me stessa la seguì. Senza di lei sarei rimasta per tutta la vita chiusa nel mio isolamento e nel mio silenzio.» Sono queste le parole che Helen pronuncia alla morte della sua amica fedele Anne Sullivan il cui insegnamento ebbe dello straordinario e la cui storia fu così singolare da ispirare un dramma “Anna dei miracoli” destinato ad essere conosciuto su tutti i palchi del mondo e che in Italia fu interpretato per la prima volta da Anna Proclemer e successivamente da Mariangela Melato.
Lo scoppio della guerra nel 1942, costringe Helen a tornare alla ribalta e a intraprendere una serie di viaggi in giro per il mondo, come prima ambasciatrice di buona volontà dell’America, che la porteranno a visitare ospedali civili e militari e a dare il suo contributo per il recupero dei feriti di guerra. Polly Thomson, già segretaria di Anne, accompagnerà Helen durante questi viaggi e sarà la sua fedele compagna fino alla fine dei suoi giorni. Una delle prime tappe è in Giappone, il paese più duramente colpito dalle armi americane, dove tiene diverse conferenze e dove raccoglie diversi fondi a favore dei sordi e dei ciechi giapponesi. Il popolo giapponese come segno di riconoscenza regalò ad Helen un Akita che la accompagnerà per il resto della sua vita. Si reca, tra gli altri paesi, anche in India dove crea un fondo nazionale per i ciechi e per i sordi e da il suo appoggio alla creazione di nuove scuole per disabili. In Europa il Governo francese la invita in occasione della celebrazione della nascita di Louis Braile, conferendole la Legion D’Onore. Helen Tiene un discorso in francese, una delle lingue che conosce meglio forse perché le sue vocali e i suoi accenti sono più facili da pronunciare rispetto a quelli inglesi ,nel quale ribadisce come senza il sistema Braile la vita sarebbe più caotica e senza cultura, priva dei tesori della scienza, della letteratura, della filosofia.
La curiosità di Helen non ha limiti e la musica è ancora un mondo da scoprire. Fëdor Ivanovič Šaliapin, famoso basso russo, durante un concerto la stringe a se in maniera da farle sentire le vibrazioni della sua voce; Jascha Heifetz, violinista russo, fa apporre le mani a Helen sulle corde del violino per farle ascoltare la musica; Arturo Toscanini, fa sistemare una pedana di legno sul palco che le trasmette le vibrazioni dei vari strumenti.
Nella scuola della celebre danzatrice americana Martha Graham, Helen scopre un mondo misterioso e inafferrabile e per spiegare l’emozione che prova usa queste parole «[…] Bisogna sforzarsi di capire il bello della vita con il proprio intelletto e spiegarlo poi ai sensi.» In queste parole c’è tutto il coraggio con cui Helen ha affrontato le amarezze e i problemi della vita che nonostante tutto non l’hanno mai fermata. La notorietà di Helen è sancita anche dalle innumerevoli lettere con richieste di aiuto, di consigli, di denaro, che riceve ogni giorno e alle quali risponde personalmente con l’aiuto di Polly che controlla, rilegge e corregge quello che ha scritto. Helen ormai incarna per l’americano medio un mito di efficienza e di forza, il simbolo della speranza e della fiducia nella vita pur nelle condizioni più difficili.
Nonostante l’età, Helen continua a scrivere i suoi articoli con una macchina basata sul sistema Braile e che ha 6 tasti perché tutte le lettere braile risultano dalla combinazione di 6 ideogrammi fondamentali. Per scrivere le lettere invece usa una normale macchina da scrivere.
La sua salute e l’età la costringono a ritirarsi a vita privata nella sua abitazione ad Arcan Ridge dove trascorre serenamente gli ultimi anni della sua vita fino a quando una sera del 1968 Helen si fa avvolgere dall’oscurità e lascia questo mondo.
Mi piace ricordarla con le sue stesse frasi: “È vero che alle volte, quando sono sola, un senso di isolamento mi avvolge come una gelida nebbia e resto in attesa dinanzi alla porta sbarrata della vita. Al di là c’è la luce, la musica, la dolce compagnia dei miei simili, ma non posso entrare perché la sorte silenziosa e spietata mi sbarra il pass. Ma poi sopraggiunge la speranza e mi sussurra sorridendo. La gioia sarà il dimenticarsi di se stessi. Le mie mani evocano vita e suoni che traggono dal mondo dei sentimenti, confondendo i sensi tra loro senza fine, collegando il moto con la vista, l’odore col suono. Essi danno calore alla brezza gelida del vento e hanno la forza e la passione di una sinfonia al tremito delle cose mai vedute. Nei segreti della terra, del sole, dell’aria, le mie dita sono sagge. Esse distinguono la luce dall’oscurità.”