"La scrittura esige virtù scoraggianti, sforzi, pazienza: è un'attività solitaria in cui il pubblico esiste solo come speranza" - Simone De Beauvoir
PAESAGGIO 1926

PAESAGGIO 1926

NELLA NOBILI – Ho camminato nel mondo con l’anima aperta

La casa alta ferma nel tempo
È la mia casa – la mia casa morta,
È la mia casa senza memoria
Senza finestre, senza porta.
Non c’è nessuno dentro.
E io non sono mai stata
Oltre quel muro
Che forse non ha seguito nemmeno –
E forse è solo un muro senza casa
È una ferita che si dilata
Nella memoria.
Tristezza – fammi piangere!
(io vorrei ritornare)
Vorrei con le mani tremanti
Toccare quella casa, quel muro,
Chiamare con voce serena
Un’immagine alla finestra
Un frammento di luce
Una mano sensibile
Che passando mi percuota
La corda del sentimento
Che più non vibra.
Cerco una porta
Un’antichissima porta
Che in altri tempi esisteva.
Nella sera in nita
Che oscilla eternamente
Sulla casa e non discende –
Ti ho perduto adolescenza.
Ma se notte di cielo non viene,
Se non chiudo questi occhi neri,
Se non precipito nel sonno –
Voglio perdere nel mio grido
Anche questa giovinezza.
Non ho nemmeno un filo
Di tristezza da legare
A un ricordo.