"La scrittura esige virtù scoraggianti, sforzi, pazienza: è un'attività solitaria in cui il pubblico esiste solo come speranza" - Simone De Beauvoir
VALENTINE DE SAINT-POINT

VALENTINE DE SAINT-POINT

Anne Jeanne Valentine Marianne Desglans de Cessiat-Vercell (Valentine De Saint-Point )

(Lione, 16 febbraio 1875 – Il Cairo 28 marzo 1953)

Proiettata verso l’affermazione del proprio io, Valentine de Saint-Point è una scrittrice, poetessa, pittrice, drammaturga, critica d’arte, coreografa, docente di francese e giornalista.

Considerata la prima futurista, si dedica all’arte, divenendo allieva e modella di Alphonse Mucha, ma anche di Auguste Rodin per il quale diventa modella e musa ispiratrice, impara a lavorare la ceramica e sul quale scrive, nel 1906, un saggio dal titolo La doppia personalità di Auguste Rodin.

All’inizio del 1900, si trasferisce a Parigi dove frequenta e anima la scena intellettuale e artistica della Belle Époque, collaborando anche a giornali e riviste tra cui quella marinettiana «Poesia», sulla quale scrive di teatro e di poesia. Tra il 1905 e il 1914, pubblica una raccolta di poesie (Poèmes de la Mer e du Soleil, 1905; Poèmes d’orgueil, 1908; La Soif et le Mirages, 1912), alcuni romanzi ritenuti scandalosi (Un Amour, 1906; Un Incest, 1907; Une femme et le désir, 1910; Une mort, 1911), opere teatrali (Le dechu, 1909; L’agonie de Messaline, 1914) e vari saggi.

Alla base delle sue teorie c’è l’idea che una società, o un’epoca, sono complete solo quando influenzate non solo dalla mascolinità (superuomo) ma anche dalla femminilità (superdonna) perchè epoche così rappresentate producono più geni ed eroi. A tal proposito ribadisce che le donne devono coniugare le virtù femminili con le qualità virili. Secondo Valentine la donna è sempre stata apprezzata per il suo fascino e per la sua tenerezza e questo perchè si è lasciata domare. É arrivato il momento di far emergere la guerriera, l’eroina, le donne capaci di avere sia qualità femminili che maschili, capaci di farsi guidare dall’istinto e disposte ad abbandonare ogni convenzione e restrizione sociale. Per lei, ciò che definisce l’identità e il potere sovversivo di una persona è la posizione che riveste in un dato contesto socioculturale.

L’immenso atelier di due piani di Rue de Tourville 19, a Parigi, dove Valentine si trasferisce dopo il secondo divorzio e dove organizza le famose Soirées Apolloniennes, diventa anche il luogo dove viene avviata, nel 1912, la collaborazione con Filippo Tommaso Marinetti durante una serata che ha in programma uno spettacolo di Maurice Saillard su un testo di Rachilde, concerti di Erik Satie, Maurice Ravel e Florent Schmitt, brani di Debussy mimati da una ballerina dell’Opéra di Parigi, la lettura dello stesso Marinetti di un poema di Valentine e la lettura di una poesia fatta da lei stessa.

Dopo aver aderito al Manifesto del Futurismo del 1909, nella sezione “Azione femminile”, e dopo aver cofirmato nel 1911 il Manifesto della pittura futurista, Valentine pubblica due proclami, il Manifeste de la Femme futuriste. Réponse à F. T. Marinetti, (1912), nel quale precisa: «[…] È assurdo dividere l’umanità in donne e uomini: essa è composta soltanto di femminilità e mascolinità. Ogni superuomo, ogni eroe, per quanto sia epico, ogni genio per quanto sia possente, è l’espressione prodigiosa di una razza e di un’epoca solo perchè è composto, ad un tempo, di elementi femminili e di elementi maschili, di femminilità e di mascolinità: cioè un essere completo.»

Il Manifeste futuriste de la luxure, del 1913, costringe Valentine a tornare sull’argomento per rispondere «[…] ai giornalisti disonesti che mutilano le frasi per rendere ridicola l’idea, alle donne che pensano quello che ho osato dire; a coloro pei quali la Lussuria non è altro che peccato; a tutti coloro che nella Lussuria raggiungono soli il Vizio, come nell’Orgoglio raggiungono solo la Vanità” rivendicando in tal modo il diritto alla libertà sessuale per tutti, “qualunque sia il loro sesso.»

L’incontro con Ricciotto Canudo, uno dei primi critici cinematografici e direttore delle riviste «Europe Artiste» e «Montjoie!», ha una grande influenza su Valentine che inizia a dedicarsi ad ogni forma d’arte, tra cui la danza, inventando un tipo di danza concettuale, la Métachorie, da lei concepita come punto di unione fra l’esperienza individuale dell’artista e quella comune del pubblico. In tal modo, la Métachorie non dipende più dalla musica, ma si trova sullo stesso piano e l’arte viene intesa come sperimentazione di tutte le discipline, in grado di stimolare le percezioni attraverso un accordo di odori, danza, luce, poesia, suoni. Il movimento viene alternato alla declamazione di poemi mentre proiezioni di immagini e profumi danno alla rappresentazione una atmosfera in cui vengono coinvolti tutti i sensi.

La prima rappresentazione della Métachorie viene messa in scena nel 1913 a Parigi al Théâtre des Champs-Elysées, mentre l’ultima nel 1917 al Metropolitan Opera House di New York. Con Valentine ha collaborato, per un lungo periodo di tempo, Daniel Channevière (Dane Rudhyar) famoso scrittore, artista, pittore, filosofo, pianista, compositore e astrologo, che insieme a Martha Graham, considerata la più grande danzatrice americana del XX secolo, danno vita alla danza contemporanea. Ma anche Albert Postel du Mas, che Valentine chiamerà sempre Vivien, ha accompagnato l’artista durante le sue performance, creando per lei le coreografie, i costumi, le luci.

Dopo l’esperienza fatta nella Croce Rossa, durante la prima guerra mondiale, ritroviamo una Valentine profondamente disillusa e notevolmente cambiata. Il suo sogno di realizzare il “Collège des Élites”, un centro per tutti gli intellettuali del mondo che lei sogna di realizzare in Corsica, è ormai tramontato, così, dopo una serie di difficoltà, alla fine del 1924, si trasferisce a Il Cairo dove fonda il “Centre Idéiste”, basato sugli stessi principi del “Collège des Élites”, e una rivista anticolonialista, «Le Phoenix. Revue de la renaissance orientale», che sostiene i movimenti nazionalisti e la rinascita arabo-musulmana, schierandosi apertamente contro l’imperialismo occidentale e per l’unione dei popoli attraverso l’arte e la cultura. Il suo impegno politico le causa, nel 1927, l’accusa di spionaggio e filobolscevismo nonché la mancata espulsione da parte delle autorità egiziane a condizione che non si sarebbe più occupata di politica. La puntuale conoscenza geopolitica, descritta accuratamente nel libro “La verità sulla Siria”, del 1929, la vede coinvolta nelle trattative di pace tra Francia e Siria.

È di questi anni la sua conversione al sufismo e l’impegno all’approfondimento della conoscenza della condizione della donna musulmana e alle loro tradizioni cercando di coinvolgerle in un percorso di liberazione che non dimentichi, appunto, le tradizioni islamiche.

Nel 1938 rivede Marinetti, divenuto ormai fascista, a Zamalek, durante un ricevimento organizzato in suo onore, al quale si presenta abbigliata in modo stravagante ma così piena di felicità da far ingelosire Benedetta, la moglie di Marinetti che non manca di far notare agli organizzatori il pessimo gusto che avevano avuto nell’invitarla.

Valentine conclude la sua vita a Il Cairo il 28 marzo 1953, dimenticata da tutti e in povertà estrema.